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UN INCIAMPO NEL PASSATO

di Noemi M., Clara M., Martina P.

Un salto nell’antica Roma

Roma, 14/03/2017

Caro diario,

sono la tua cara Marta, che come ogni giorno ti scrivo. Ti voglio raccontare un fatto strano che mi accaduto oggi.

Come sai sono in vacanza a Roma e stavo visitando il Colosseo quando, all’improvviso, sono inciampata in una buca. Sono svenuta per 10 minuti, ma in questo poco tempo ho vissuto 3 giorni nella Roma del 44 a.C.

Mi svegliai a Roma e, per mia fortuna, una giovane donna con un abito multicolore e alcuni disegni particolari, un po' come la Desigual ai giorni d’oggi, mi aiutò.

Una volta alzata, in preda al panico, le chiesi dove fossi e lei mi rispose che mi trovavo a Roma.

Alla sua risposta rimasi stupita, le domandai che giorno fosse e mi rispose che era il 14 marzo del 44 a.C. Avevo fatto un salto nel passato di 2000 anni.

Dopo avermi fornito queste informazioni mi presentai e lei fece lo stesso. Si chiamava Fabiola, una giovane donna, moglie di un cavaliere. Aveva una figlia di nome Cecilia, di 13 anni, che il giorno seguente si sarebbe dovuta sposare con Helyus, figlio di un senatore.

Dopo le presentazioni Fabiola mi invitò a casa sua, era una casa molto accogliente con due piani, tra cui l’atrio e il grosso giardino.

Mi offrì da mangiare, la polenta, e mi accompagnò in un sottoscala in cui si trovava un letto e una piccola toilette. La gentile romana mi spiegò che non sarei dovuta uscire fino a quando non sarebbe entrata lei; se avessi avuto bisogno avrei dovuto socchiudere la porta. Piena di pensieri, mi addormentati.

La mattina seguente mi svegliai e trovai un vestito bianco con un cinturino intrecciato di cuoio. Ad un certo punto entrò Fabiola e mi disse che avrei dovuto fare da serva al matrimonio di Cecilia e che non ci sarebbe stata alternativa perché, se fossi stata scoperta, sia io che Fabiola, avremmo rischiato la vita. Il matrimonio era stato combinato dai due padri di famiglia, Cecilia era stata fortunata a dover sposare un uomo di 25 anni e non un vecchio di 50 anni. Il matrimonio era molto diverso dai giorni d’oggi, perché avveniva con una semplice stretta di mano tra i due coniugi ed era un’immensa sofferenza per la ragazza, per il semplice motivo che si sarebbe dovuta allontanare dalla madre a soli 13 anni.

Al ritorno, come stabilito, tornai a casa con Fabiola e suo marito, ancora immedesimata nel ruolo di serva.

Il giorno dopo andai con Fabiola al mercato e, mentre stavo camminando, si diffuse la notizia che Giulio Cesare era stato assassinato da 60 cospiratori, proprio come raccontano i libri di storia. In lontananza sentimmo dei passi di cavalli. Mi girai per capire da dove arrivasse quel rumore, ma fu troppo tardi per spostarmi e fui calpestata dalla mandria dei cospiratori in sella ai propri cavalli.

Quando riaprii gli occhi mi ritrovai sdraiata sui gradoni del Colosseo: tutti i miei amici erano attorno a me. Non raccontai a nessuno quello che vidi.

Caro diario, questo è tutto, anche se non ti sembrerà vero.

A domani,

Tua Marta.

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